C’è stato un tempo in cui acquistavo i libri su Amazon. Seduto sul divano, trovavo romanzi vecchi di anni e li ricevevo poche ore dopo a casa, risparmiando il 15% o più. Immediato e comodo.
Poi ho smesso, perché era un controsenso presentare un romanzo in libreria e acquistare i libri su Internet. Spendo un pochino di più, devo fare qualche chilometro di strada per entrare in negozio e alcune volte devo attendere due settimane anziché due giorni per ricevere il volume desiderato. Ma poco male: c’è la solita pila di libri accanto al letto, per ingannare il tempo.
Al confronto coi portali online la libreria può quindi apparire scomoda, lenta e meno conveniente. Quest’estate, però, ho assistito a due episodi dai quali emerge un nuovo parametro di valutazione, che spesso sottovalutiamo: la competenza e il gusto letterario dei librai. Forse c’era da aspettarselo: vivo in una regione fortunata, il Canton Ticino, in cui tutte le librerie sono indipendenti. Ma le coincidenze mi stupiscono ancora.
Luglio 2018: come regalo per una collaboratrice appena tornata da una vacanza in crociera coi genitori, io e i colleghi di ufficio decidiamo di regalarle Una cosa divertente che non farò mai più di David Foster Wallace. Sapevo che minimum fax l’aveva ristampato qualche mese prima, ma è comunque un testo che ha più di vent’anni. Entro (lo ammetto) con poca speranza alla Libreria Taborelli di Bellinzona e la libraia mi fulmina: “Certo che ce l’ho, ho tutto Wallace in libreria. Sempre. È uno dei miei autori preferiti”. E iniziamo a parlare dei suoi testi non ancora tradotti in italiano. Raccolgo la mascella, pago, ringrazio ed esco.
Agosto 2018: un amico (Massimo), in Svizzera per un paio di settimane, mi chiedo se riesco a procurargli dei romanzi di Francesco Biamonti. Aveva appena letto Vento largo, ne voleva di più. Anche in questo caso, entro con un po’ di esitazione alla Libreria Locarnese in Piazza Grande (a Locarno, e dove se no?) e il libraio va in affondo. “Certo che ho i suoi romanzi. Tutti e quattro. È uno dei miei autori preferiti”. E prosegue raccontandoci di una conferenza alla quale aveva assisto più di 17 anni prima.
Quando compariamo un canale di e-commerce a un negozio fisico tendiamo a concentrarci su parametri che mettono al primo posto Internet. I siti hanno gli algoritmi, va bene, e sanno consigliarti il prossimo romanzo da acquistare in base a migliaia di variabili. Ci prendono, spesso. Ti fanno scoprire cose nuove. Ma di fronte alla competenza di questi librai, di fronte alla passione che hanno per questi e molti altri autori, c’è poco da fare: l’uomo è ancora davanti alla macchina. E io oggi preferisco infilarmi il libro appena acquistato sotto il braccio, con lo scontrino infilato tra le pagine, piuttosto che aprire un carrello virtuale.
Non so voi.