Il coraggio di Lilly e… la storia nella Storia
Come si intuisce dal titolo, Il coraggio di Lilly è incentrato su Lilly Volkart, la donna zurighese che dal 1924 al 1988 ha gestito ad Ascona una casa d’accoglienza per bambini e ragazzi in fuga da situazioni disastrate.
È anche il personaggio sul quale ho dovuto lavorare di più. La prima stesura, infatti, vedeva al centro della vicenda Ranieri, un bambino che da Domodossola si trasferisce da lei per sfuggire alla guerra conservando allo stesso tempo un segreto legato a suo padre. In questa fase di lavoro, per tratteggiare il personaggio di Lilly ho letto e riletto Ein Zuhause für jüdische Flüchtlingskinder, un saggio scritto da Eveline Zeder e pubblicato da Chronos Verlag nel 1998, ma ho anche intervistato persone che l’hanno conosciuta.
Quando Chiara, la mia editor, mi ha suggerito di sviluppare un po’ di più il suo personaggio, ho deciso di creare alcuni flashback che la vedono alla fine degli anni Dieci a Zurigo, la città nella quale è nata e cresciuta. I riferimenti biografici relativi a quel periodo, tuttavia, sono ben pochi e così ho dovuto creare scene, personaggi e incontri, in linea con quello che in fondo è un romanzo storico: una combinazione di elementi storici e fittizi creata per motivi narrativi. Ho insomma mescolato ciò che è vero con ciò che potrebbe esserlo, cercando di mantenere il risultato finale il più credibile e verosimile possibile.
L’obiettivo ultimo è comunque rimasto lo stesso sia nella prima, sia nella seconda stesura: far respirare l’atmosfera che animava la casa gestita da Lilly e, di riflesso, trasportare il lettore nelle vicende dei tanti ragazzi che da lei hanno trovato rifugio e salvezza.