Crederci per primi

Categoria: Cultura, Libri, Viaggi

Il mio primo romanzo si intitola Ti sogno, California. È stato pubblicato nel 2012 da una piccola casa editrice nata pochi mesi prima: si chiama Booksalad e ad Anghiari, provincia di Arezzo, ha la più bella vista che un esordiente possa desiderare.

L’idea di fondare una casa editrice era venuta a Livio (italiano) e ad Anna Sophie (tedesca): una coppia affiatata tanto sul fronte professionale, quanto su quello personale (e infatti si sono sposati). Lui ha un paio d’anni più di me, lei invece è più giovane. In questa foto sembriamo un terzetto di amici che si preparano a mangiare dei crostini in una trattoria toscana o addentare un Frankfurter in un mercatino natalizio nel nord della Germania (e sono successe entrambe le cose). Insieme a me, per la collana “Opachi”, anche Alessandro Marchi ha pubblicato nel 2012 il suo Fegato e cuore – il quarto vertice di una lunga serie di prime esperienze (prima presentazione in Toscana, primo salone letterario, prime dediche…) che abbiamo condiviso insieme.

Quello che più ammiro di Livio e Anna Sophie è il coraggio. Perché quando decidi di aprire una casa editrice in Italia, immagino che un giorno sì e l’altro pure tutti ti ripetano quanto folle sia l’impresa tra partite IVA, problemi di distribuzione, resi delle librerie e un mercato che vede sempre più libri e sempre meno lettori. Frasi che hanno il retrogusto del “Ma chi ve l’ha fatto fare?”, anche se nessuno vuole dirtelo in faccia.

Io non so dire chi glielo ha fatto fare, ma so per chi l’hanno fatto: per noi autori. Per me, che l’anno scorso ho pubblicato il mio secondo romanzo con tre60, marchio di un grosso gruppo editoriale. E per Alessandro, che in questi giorni presenta Tu non ci credere mai, romanzo ispirato alla vita di suo nonno Aldo e vincitore del premio “Fai viaggiare la tua storia”. Risultato: pubblicazione con Libromania (marchio nato dalla collaborazione tra Newton Compton editori e DeAPlaneta) e distribuzione in tutte le librerie e gli Autogrill d’Italia (esatto, ve lo troverete vicino alla mitica noce di prosciutto al pepe durante il vostro prossimo viaggio). Un bel libro che ho letto in forma di manoscritto un paio d’anni fa, e che sono sicuro avrà il suo successo.

Io sono convinto che uno raggiunge dei traguardi anche grazie all’aiuto di diverse persone che, nel corso degli anni, gli hanno lasciato qualcosa: piccole tessere di mosaico con le quali progettare una strada. C’è chi trova le persone giuste e la costruiscono più in fretta, altri impiegano più tempo. Livio e Anna Sophie hanno scaricato una bella carriola di pietruzze sulla mia strada di autore, e sono sicuro che anche per Alessandro è stato così. Loro, insieme a tanti altri protagonisti della filiera editoriale (in ordine sparso: editor, librai, revisori, lettori beta, direttori editoriali, colleghi…), ci hanno portato a ottenere dei risultati perché ci hanno allungato una mano, spesso senza chiedere nulla in cambio.

E a me viene in mente che tra le tante brutture del calciomercato, c’è un sistema che avvantaggia piccole realtà simili a questa: i vivai, destinati a lanciare giovani dalle belle speranze. Funziona così: se una società sportiva – anche piccola – tessera un futuro campione, quella riceverà una piccola quota proporzionale a ogni suo futuro trasferimento. Da lì a dieci anni passerà al Real Madrid per 65 milioni di euro? L’AC Cadenago riceverà il suo assegno a quattro zeri. Perché ci ha creduto, prima di qualunque procuratore.

Nel mondo editoriale un sistema del genere non esiste, ma so che Livio e Anna Sophie sono contenti lo stesso. Tra i complimenti che ho ricevuto dai lettori in questi mesi, una piccola parte va anche a loro. Sommato a un grande, sentito grazie.