C’è stato un periodo, durante il liceo, in cui il mio insegnante di educazione fisica si era messo in testa che il nostro voto di fine anno sarebbe stato determinato da tre fattori: sapere, saper fare, saper essere. In quello stesso periodo, in una videoteca futuristica di Massagno in cui era possibile ottenere la tessera e ritirare i DVD semplicemente pigiando dei tasti su un malandato touchscreen, io e i due miei migliori amici sceglievamo Coach Carter come film per la serata. Non sapevo nulla dei campionati liceali di pallacanestro ed è grazie a film come questi che ho imparato un sacco di cose sugli sport statunitensi: le regole del baseball e del football americano, l’organizzazione delle borse di studio per accedere al college, l’importanza di considerare gli atleti innanzitutto come ragazzi e studenti. Anche se le partite si svolgevano alla Richmond High School (California), quella sera ho seguito sul televisore le stesse lezioni che mi impartiva il mio insegnante di educazione fisica al Liceo Lugano 2 di Savosa. D’altra parte, Coach Carter faceva il suo stesso lavoro e seguiva gli stessi principi: insegnava a sapere, a saper fare ma soprattutto a saper essere.